Mi sono resa conto, con un certo stupore, che non pubblico niente sul mio blog dallo scorso anno. Il 2019 è stato un periodo di grandi cambiamenti, ma anche di valutazioni costanti. Sono usciti due dei mie libri più importanti (a febbraio il mio romanzo Dall’oblio e a ottobre il saggio critico Presenze proustiane) e mi sono occupata di un grosso progetto come ghostwriter.
È stato un anno ricco di soddisfazioni lavorative, ma per questo 2020 desideravo qualcosa di più. Da lungo tempo accarezzo l’idea di un progetto tanto ambizioso quanto stimolante: contribuire a diffondere la cultura letteraria. E finalmente ho deciso di farlo.
Cultura letteraria 2.0
Da quando ho iniziato a utilizzare Instagram per parlare di letteratura mi sono resa conto di quanto fosse ampia la community legata ai libri. Opinioni personali, consigli, recensioni: sono moltissime le persone che contribuiscono a creare uno scambio di vedute sul panorama editoriale, in particolare in relazione alla narrativa contemporanea. Per circa un anno e mezzo ho condiviso anch’io le mie letture, cercando, soprattutto qui sul blog, di dare un taglio più critico alle mie recensioni, evitando di dare giudizi basati sul gusto personale: una forma mentis che ho imparato a utilizzare grazie ai miei studi universitari. Tuttavia, negli ultimi mesi del 2019 ho iniziato a domandarmi quale potesse essere il valore aggiunto che, sulla base della mia esperienza e dei miei studi, avrei potuto portare alle persone.
La critica letteraria e la scrittura creativa
Anche se mi sembra ancora incredibile, posso definirmi un’autrice e, al tempo stesso, grazie al mio dottorato di ricerca, una studiosa piuttosto esperta nel campo della critica letteraria. Ed è stato intersecando queste due competenze che ho finalmente compreso qual è il mio posto nello sconfinato mare magnum del web.
Centrare il punto è stato complesso, ma negli ultimi giorni, lavorando alla stesura di contenuti di carattere letterario che potessero accontentare due esigenze differenti – quelle di chi desidera leggere un testo letterario con gli adeguati strumenti critici e quelle di chi, invece, aspira a conoscere le tecniche narrative per poter scrivere un proprio racconto o romanzo – sono riuscita a mettere a fuoco l’obiettivo.
Inizialmente mi sembrava impossibile coniugare le esigenze di un lettore a quelle di un aspirante scrittore. Temevo che un argomento potesse interessare uno ma non l’altro.
Dopo lunghe riflessioni sono giunta a una conclusione: una persona che desideri scrivere non può fare a meno di leggere e comprendere la grande letteratura e un lettore non può che beneficiare della conoscenza della strutture narrative soggiacenti a un testo.
In fondo, come dice Nabokov, la letteratura è composta, in parti uguali, della «precisione della poesia» e dell’«intuizione della scienza» ed è necessario non solo occuparsi delle storie, ma anche del modo in cui vengono raccontate. Bisogna riconoscere il talento e il genio di uno scrittore, ma anche l’archittettura dei testi letterari.
Così ho deciso di parlare di entrambe le cose senza preoccuparmi troppo di separare i due argomenti.
Il valore aggiunto
Credo che il mio valore aggiunto risieda proprio nella sintesi delle mie competenze. Essere in grado di guardare la letteratura sia dall’interno (scrivendo), sia dall’esterno (con gli strumenti propri della critica letteraria) mi permette di affrontare la materia globalmente e di comprendere contemporaneamente il punto di vista di un lettore e quello di uno scrittore. Ed è sulla base di queste riflessioni che sono giunta alla conclusione di potervi dare degli strumenti validi in entrambi i casi, utili e funzionali all’uso che ognuno di voi intende fare della letteratura.