È probabile che molti di voi si aspettino in questo articolo un elenco degli strumenti narrativi di base per iniziare a scrivere qualcosa. Tuttavia, anche se avrei potuto darvi qualche indicazione, ho pensato che prima di iniziare a lavorare concretamente con le parole sia necessario chiarire alcuni concetti fondamentali e attuare una riflessione sulla realtà che circonda il mondo dell’insegnamento della scrittura.

Il mio ultimo libro: frutto di interminabili ore di studio e lavoro!

Talento e genio non sono sufficienti

 A differenza di quanto avviene negli Stati Uniti, nella cultura europea, e ancora di più nel nostro paese, si sono consolidati una serie di luoghi comuni difficili da superare. Si tende ad avere la convinzione che la conditio sine qua non per produrre arte sia il talento o il genio. Sicuramente avere una predisposizione a fare qualcosa  è un ottimo punto di partenza, ma la verità è che senza tecnica ed esercizio non si arriva molto lontano.

Vi faccio un esempio personale, per chiarire meglio quello che intendo. 

Quando ero una bambina, avrei tanto voluto imparare a suonare il pianoforte, ma per una serie di motivi non riuscii a prendere nemmeno una lezione. Giunta all’età di 24 anni ho finalmente potuto realizzare il mio sogno e mi sono iscritta a un corso per imparare a suonare. Non che avessi grandi aspettative: si dice che per potere diventare musicisti di un certo livello si debba iniziare da piccoli (più avanti vi spiegherò perché), tuttavia sono una persona testarda e caparbia e non mi piace sentirmi limitata. Per farla breve: cinque anni dopo sono stata ammessa al Conservatorio, al corso di Composizione dove sapere suonare il pianoforte a un buon livello è fondamentale. 

Certo, non ero e non sono diventata il nuovo Chopin (anche perché alla fine il Conservatorio l’ho abbandonato per dedicarmi totalmente al dottorato), ma ho avuto le mie soddisfazioni.

E quindi? Vi starete chiedendo a questo punto. Cosa c’entra la mia esperienza con il pianoforte con la scrittura creativa?

Un libro fondamentale per iniziare ad approcciarsi alla scrittura.

La teoria delle diecimila ore 

Parto col dirvi che questa teoria, secondo cui facendo una determinata cosa per almeno diecimila ore si raggiunge un livello di capacità eccellente, è stata ampiamente demolita, ma la trovo comunque interessante per riflettere su un punto importante: la perseveranza.

Riprendo l’esempio relativo alla musica. Avrete sentito spesso dire che per raggiungere risultati eccelsi in ambito musicale sia necessario iniziare a suonare da piccoli. Ovviamente il motivo è semplice: se si inizia a suonare a sei anni e ci si esercita ogni giorno per tre ore, nell’arco di dieci anni si accumulano un monte ore di esercizio impressionante: 10.950 ore totali. Ma togliamo pure vacanze, malattie, giornate di pigrizia e facciamo cifra tonda: 10.000. Il numero è incredibile. Se queste diecimila ore sono usate bene, concorderete con me che – nonostante le critiche mosse alla teoria di Gladwell – sono meglio di niente. Forse non ci renderanno il nuovo Mozart o il nuovo Proust, ma di certo a qualcosa serviranno.

Italia versus Stati Uniti

La differenza reale tra l’Italia e gli Stati Uniti nell’approccio all’insegnamento della scrittura consiste proprio in questo: nella pratica. 

Se nel nostro paese l’arte della scrittura è avvolta da un’aura di sacralità, negli Stati Uniti l’approccio è decisamente diverso. «Parlare di talento, ispirazione, genio serve a poco» dice Josip Novakovich, autore di Esercizi di Scrittura narrativa, «Sedetevi e scrivete!». Un consiglio pratico e diretto, tipico della cultura statunitense, che sottolinea come l’esercizio costante, quotidiano e ripetuto sia il solo modo per fare davvero qualcosa.

Infatti, se non abbiamo niente su cui lavorare, sarà impossibile migliorare, a prescindere da quale sia il nostro livello iniziale.

Creare l’abitudine della scrittura

Mi piacerebbe parlarvi del potere delle abitudini in senso più ampio (ma vi rimando a questo testo, onde evitare di divagare troppo), tuttavia credo sia necessario arrivare a un dunque specifico, per potervi lasciare alla fine di questa lezione introduttiva con qualcosa di concreto tra le mani. 

Ritagliatevi uno spazio quotidiano tutto per voi dove concentrarvi e mettervi a scrivere. Non importa per quanto tempo – bastano anche cinque minuti – e cosa. Scrivete ciò che vi viene in mente, ma fatelo ogni singolo giorno. Vedrete che, dopo un po’ di tempo, scrivere sarà diventata un’abitudine e scoprirete di avere molte più idee di quante avreste potuto credere. 

Sarà così molto più semplice scegliere lo spunto che preferiamo e metterci a lavorare in direzione narrativa. 

Da quasi cento anni “The Elements of Style” di William Strunk jr rappresenta negli Usa un fenomeno editoriale. Un libro di didattica che ha formato tutte le generazioni americane dal 1918 ad oggi, vendendo milioni di copie. Ma in che cosa consiste il segreto del suo successo? Forse il punto fondamentale è che il libro non solo dice ciò che si dovrebbe sapere sulla scrittura, ma soprattutto non dice niente di più. Perché dentro vi è distillato solo l’essenziale. Dalle norme sintattiche all’analisi dei segni d’interpunzione, delle loro funzioni e di tutti i possibili usi; dalle norme compositive alle questioni di forma all’uso improprio delle espressioni linguistiche, fino a un approfondimento sullo stile e i suoi effetti. E questo in pochissime, essenziali pagine. Perché tutto il resto è talento e applicazione. Il libro è integrato da note di approfondimento e paragrafi aggiuntivi per il lettore italiano.
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