La luce iperborea che inonda le pareti della mia stanza nel mese di dicembre mi fa sentire finalmente a casa.Vivo abbastanza vicino alle montagne da scorgerle maestose e innevate all’orizzonte, e questo paesaggio, unito al freddo che si insinua attraverso gli stipiti delle porte e delle finestre, mi fa capire che l’inverno è arrivato. Natale è più vicino di quanto sembri e l’anno nuovo lo segue a ruota. Non c’è periodo migliore per tirare le somme di questo 2018 carico di letture!
Non vi parlerò in questo articolo di tutti i libri che ho letto quest’anno, ma di quelli che ho amato di più. Se li ho già recensiti, troverete il link all’articolo per un approfondimento. In caso contrario mi impegnerò per fare uscire nuovi e più esaustivi articoli delle letture non ancora recensite.
Cominciamo! 😉
Le dieci migliori letture del 2018!
1. Il primo romanzo di cui voglio parlarvi è Il cappotto della macellaia di Lilia Carlota Lorenzo. È stata una lettura molto diversa dalle solite, ma che mi ha sorpreso per acume e ironia. È ambientato in un paesino sperduto nella Pampa argentina e racconta le vicende di una comunità tanto piccola quanto meschina. Consigliato per farsi due risate e, al tempo stesso, riflettere sulle dinamiche umane.
2. Altro testo poco in linea con le letture di sempre, ma che mi sento caldamente di consigliarvi è Da una storia vera di Delphine de Vigan. Un thriller psicologico, dove non ci sono morti né violenze efferate, in cui riferimenti di chiaro sapore kingiano e possibili patologie sottese si mescolano a una riflessione sulla letteratura. Intenso e coinvolgente.
3. Uomini e topi di John Steinbeck. Capolavoro assoluto. Sono mesi che voglio scrivere un articolo su questo libro e ancora non ho trovato il tempo per farlo, ma vi prometto che arriverà. Strutturato come una sorta di sceneggiatura, è stato uno dei libri più commoventi e profondi che abbia letto in tutta la mia vita. La solitudine e la povertà sono temi centrali, affrontati con delicatezza e forza al tempo stesso. Una tragedia moderna, perfetta sotto ogni aspetto. Nota di merito anche per la scelta del traduttore: Michele Mari, in grado di rendere Steinbeck al meglio. Da leggere senza se e senza ma.
4. Cento poesie d’amore a LadyhHawke di Michele Mari. Un canzoniere d’amore moderno, pieno di pathos e di rimpianto. La dimostrazione che il vero amore romantico è – forse – quello incompiuto. Mari è, probabilmete, uno dei pochi poeti dei nostri tempi. (Un piccolo assaggio per darvi un’idea del suo talento: «Non capivi che il bello era proprio quel punto/era rimanere/nel limbo delle cose sospese/nella tensione di un permanente principio/nel nascondiglio di una vita nell’altra»).
5. Il velo dipinto di Somerset Maugham. Sono stata combattuta a lungo prima di leggere questo titolo. Temevo fosse una banale storia di amore e tradimenti. Invece è un racconto di vendetta e rendenzione (?) dove i buoni – quelli veri – finisco male, anzi malissimo. Leggetelo, non ne sarete delusi.
6. Frankenstein di Mary Shelley. Un altro capolavoro. So che molti detestano il dottor Frankestein e parteggiano per la Creatura, personalmente ho sostenuto Victor (il dottore) e le sue ragioni tutto il tempo. Ma il discorso sarebbe lungo, quindi mi riservo di parlarvene meglio in un articolo dedicato. Nel frattempo, leggetelo.
7. La settimana bianca di Emmanuel Carrère. Arrivata alla fine di ottobre, ho sentito il bisogno di una lettura meno impegnativa e ho fatto ricorso a un vecchio amore: il thriller. Tuttavia – essendosi i miei gusti evoluti con il tempo – non volevo qualcosa di scontato e già visto. La settimana bianca di Carrère è stato il compromesso perfetto: un thriller visto attraverso gli occhi di un ragazzino di undici anni, anche questo come Da una storia vera senza scene macabre, scritto magistralmente. Un grande sì per il libro e anche per Carrère.
8. Il nostro bisogno di consolazione di Stieg Dagerman. Primo libro in assoluto, per me, di questo autore svedese. Una raccolta di brevi scritti, intensi e dolorosi. Difficile da descrivere in poche righe. Ve ne riparlo prossimamente.
9. E veniamo alle ultime due letture, ancora in corso ma che sono tra le migliori in assoluto di quest’anno. La prima: Il caso Maurizius di Jakob Wassermann. Etzel Andergast, figlio sedicenne del procuratore, scopre che il padre ha fatto qualcosa di poco pulito che ha portato il figlio di Maurizius ad essere accusato e incarcerato. Ma chi è Maurizius e cos’è successo davvero? Un romanzo che ha le atmosfere cupe dei gialli meglio riusciti, ma la profondità etica e morale dei racconti dostoevskjiani.
10. Ultimo ma primo per la sua incredibile potenza narrativa: Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas. Lo sto rileggendo da capo (perché avevo dovuto interromperlo l’anno scorso a causa dell’imminente discussione di dottorato) e lo considero non solo la migliore lettura dell’anno, ma – probabilmente – una delle migliori di sempre. L’evoluzione di Edmond Dantès (il futuro Conte di Montecristo) è eccezionale: uno sviluppo del personaggio incredibile, una storia avvincente come poche. È più di un capolavoro. Questo non ve lo consiglio, ve lo ordino!
Fatemi sapere nei commenti o anche su Instagram (the_nerd_writer) se conoscete questi titoli e cosa ne pensate. Spero che il 2019 abbia in serbo per me tantissime altre letture da condividere con voi. Restate sintonizzati, entro la fine dell’anno credo di fare uscire un nuovo articolo e ho qualche novità di cui parlarvi! 😉
A presto!